La Batteria Amalfi, situata nell’omonima via, a Punta Sabbioni, è una fortificazione militare creata per difendere Venezia, sede dell’Arsenale (che, al tempo, era la base navale più importante dell’Alto Adriatico), dagli attacchi navali. Possiamo definirla come la più importante opera militare fissa a difesa della città lagunare della Grande Guerra. La più potente dell’Alto Adriatico, d’Italia e d’Europa. L’Amalfi è un complesso di edifici, un vero e proprio “villaggio di guerra” che si estendeva per ben venti ettari. Nel 2016 è stata fatta oggetto di un importante intervento di restauro, durato circa un anno.
Da dove deriva il nome Amalfi?
Il 7 luglio 1915, due mesi prima dell’inizio dei lavori di costruzione, l’incrociatore corazzato Amalfi uscì dal porto di Venezia facendo rotta in direzione di Trieste con lo scopo di colpire alcune imbarcazioni austroungariche che si dirigevano verso la costa veneta. Ma un sommergibile tedesco (anche se aveva bandiera austroungarica) lanciò un siluro, affondando l’Amalfi. Ci furono 70 vittime. Per questo si decise di dare alla nuova batteria il nome “Amalfi”.
Lo sapevi che…
La batteria era armata con due cannoni di tipo navale da 381/40, montati su una torre corazzata girevole a 360 gradi, con una gittata che raggiungeva quasi 20 km. In occasione delle prove generali, persino i parroci dovettero informare tutte le famiglie di tenere porte e finestre aperte per evitare danni per lo spostamento d’aria.